
Osservando al microscopio l’interno del corpo di alcuni individui parassitati, i ricercatori hanno capito che il fungo cresce nel corpo dell’ospite, provocando alterazioni al sistema nervoso (causa di convulsioni e dell’andamento erratico) e a quello muscolare. In questo secondo caso, in particolare, gli scienziati hanno notato che la proliferazione delle cellule del fungo nella testa dell’animale causa l'atrofia e il distaccamento dei muscoli mandibolari. In questo modo le mandibole non sono più in grado di muoversi e, una volte chiuse intorno alla vena fogliare, rimangono strette in quello che viene chiamato il “morso della morte”.
Analizzando meglio questo comportamento, gli scienziati hanno inoltre osservato che il morso e la morte non sopraggiungono in un momento qualsiasi della giornata, ma solo quando il sole è allo zenit. Alcuni giorni dopo la morte della formica inizia la crescita del fungo, che si ramifica all’esterno della testa dell’insetto, formando un gambo e poi il frutto con le nuove spore.
Il comportamento pre-morso della formica, quindi, ha la funzione di condurre l’ospite in un ambiente che sia ottimale alla crescita e alla riproduzione del parassita. Infatti, come spiegano i ricercatori nello studio, “il termine zombie indica che anche se l’individuo manipolato ha le sembianze di una formica, esso rappresenta il genoma del fungo che esprime un comportamento del parassita attraverso il corpo della formica.

Nessun commento:
Posta un commento